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ŠCEC ed economia territoriale

Buon senso, abbiamo detto altrove.
Buon senso è, avendo galline, non comprare uova.
Buon senso è scambiare le uova in eccesso con prodotti che non si possiedono.
Ma buon senso è anche non sfruttare la gallina per avere il massimo ricavo nel breve periodo e non nutrirla con alimenti non sani per ottenerne più uova.
Perché questo? Perché non è “etico”?
Assolutamente no: perché non è conveniente!
Perché se mangio uova non sane non avrò per me un nutrimento sufficiente: immetterò nel mio corpo elementi chimici che mi indeboliranno ulteriormente ( allergie, intolleranze, immunodeficienze … ).
Dovrò fare controlli e analisi mediche.
Dovrò comprare integratori alimentari, vitaminici e minerali.
Dovrò avere nel mio cassetto degli antistaminici.
Quanto mi è costato, quindi, ogni uovo?
Il buon senso e l’ottima economia ci indirizzano verso un uso intelligente del territorio, delle risorse, dei beni.
Utilizzo, non sfruttamento.
L’uso genera circolarità; lo sfruttamento, al contrario, genera accumuli: stasi, blocchi, ictus.
Circolarità significa dar vita a virtuosità economiche che si riflettono su tutta la comunità territoriale restituendocene la sovranità.
Circolarità è, ad esempio, dar vita a filiere pulite capaci di far superare l’attuale visione socio-economica divisa in categorie; si tratta di dimostrare che l’interesse del produttore è identico a quello del commerciante che è identico a quello del consumatore: l’equilibrio è finalizzato al miglior prezzo in grado di compensare tutti, anche chi consuma, perché farà mantenere nel tempo la qualità e la disponibilità dei prodotti e dei servizi, aumentando la coesione sociale ed il benessere diffuso.



L’uomo si distrugge con la ricchezza senza lavoro.
L’uomo si distrugge con gli affari senza morale.
dal “Settenario” di Gandhi


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